Napoli, 24 gennaio 2006 – Se prosegue il freddo, se perdura la minore offerta di gas dalla Russia e se le misure introdotte dal consiglio dei ministri di oggi non daranno risultati, l’Italia nel mese di febbraio intaccherà la riserva strategica di gas, attualmente pari a cinque miliardi di metri cubi. I provvedimenti del governo, contenuti in un decreto legge, si basano sulla riattivazione di centrali chiuse per inquinamento e sul risparmio nell’impiego di gas. Il player italiano nel mercato dell’energia è l’Eni, che da sola è protagonista della politica energetica nazionale. Da numerosi mesi l’Eni vende una porzione di gas all’estero, nel senso che ne incamera meno del pattuito. Il resto lo rivende. Con notevoli benefici per i propri risultati di bilancio e per i proventi degli azionisti (0,90 per azione, l’ultimo dividendo distribuito). Oggi, invece, l’Eni non ha sufficiente gas per soddisfare la domanda nazionale. Inoltre molto ci sarebbe da dire anche sulla politica degli investimenti nell’adeguamento delle centrali inquinanti, nella loro riconversione e nella ricerca di fonti alternative di energia. Sarà bene che l’Autorità garante per l’energia e il gas apra un dossier su questo paradosso di mercato. Anche perchè questa emergenza gas ci provocherà un aumento della bolletta.