“La dieta mediterranea esalta il carattere salutare del vino che a sua volta esalta il valore della dieta stessa”. Insomma tra il vino e la cucina mediterranea c’è un legame molto stretto e di antica data. Lo sostiene una nuova ricerca effettuata da Confagricoltura e dall’università Tor Vergata di Roma che sarà presentata martedì 9 aprile a Verona al Vinitaly.
L’Italia nel 2012 si conferma primo produttore a livello mondiale e la flessione dei consumi interni, pari al 2%, è bilanciata dall’aumento dell’export pari al 6,6%, di cui poco meno della metà nei Paesi dell’Unione europea. Cresce lentamente la concentrazione degli operatori con il 40% del totale export gestito da quasi 30 imprese. Non decolla il modello aggregativo necessario per affrontare i nuovi mercati di vendita, lontani e molto estesi, come quelli asiatici. Nelle previsioni la Cina nel 2015 sarà il primo paese al mondo per consumo di vino e l’Italia ha sinora consolidato solo il 6% di quota mercato.
Eppure sono numerose le aggregazioni che pur tutelando il territorio, i vigneti e i produttori hanno consentito quella massa critica necessaria per migliorare la qualità finale del vino, contenere i costi, ampliare i mercati di vendita e accrescere la redditività. Ne è un felice esempio Castelli del Grevepesa nata quasi cinquant’anni fa che riunisce oggi 160 aziende fiorentine ed è il primo produttore per quantità e terroirs di Chianti classico. La forza del marchio è nell’ampiezza della gamma di vini terroirs chiantigiani offerti, tutti prodotti all’interno. Dalle selezionate uve sino alla bottiglia in vendita il processo è gestito e controllato dalla Castelli del Grevepesa. Al Vinitaly 2013 la società cooperativa presieduta da Riccardo Aiesi, neoconsigliere del Consorzio del chianti classico, punterà sul consolidamento del nuovo packaging del Clemente VII e sulla riscoperta del corposo Castello di Bibbione Riserva.
pubblicato sul quotidiano online ”Affari Italiani”