È un articolo che ha il merito di sintetizzare le avverse dinamiche che hanno di recente colpito il comparto della pasta secca di grano duro. La testata giornalistica di settore, Gdonews, dà voce ad alcuni protagonisti della filiera e tra questi un dinamico imprenditore campano con un pregevole pastificio che chiede urgenti interventi pubblici per fronteggiare il caro energia e sostenere il settore.
Ad impensierire gli imprenditori del comparto sono soprattutto gli incrementi dei costi energetici ma non solo, anche quelli degli imballaggi, della materia prima a cui si aggiungono le difficoltà di contrattazione con i buyer del retail refrattari ai forti aumenti a scaffale per non contrarre i propri volumi. Senza dimenticare la crescente quota di mercato dei discount che creano forti fibrillazione nell’industria di marca e nei supermercati.
Sullo sfondo le difficoltà del consumatore italiano a cui la pandemia ha falcidiato parte del reddito e che ora si trova a dover far la spesa a prezzi maggiorati. Sempre più macroeconomisti paventano ormai scenari da pura stagflazione.
Certo è che risuonano da sfida le parole di Maurizio Schiraldi, direttore generale Multicedi, che invita i pastifici e le insegne della Gdo ad “innovare e verticalizzare” per cercare nuovi modelli di business. Di sicuro il mondo della pasta secca, soprattutto italiano, è ad un bivio molto importante e deve decidere se rimanere nella cultura dei pastai italiani del Novecento, storicamente preziosa ma forse non più idonea ad affrontare le attuali sfide globali, oppure investire, a partire dalla comunicazione, con nuove strategie corporate e di prodotto.
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