Il 25 settembre 2022 vince le elezioni politiche Giorgia Meloni, primo presidente del Consiglio donna nella storia d’Italia, il 26 febbraio 2023 alle primarie vince Elly Schlein e diviene prima segretaria del Pd. Donne molto diverse, per provenienza e formazione, ma che hanno in comune la capacità di imprimere alla politica italiana un passo nuovo. Poi vedremo se sarà diverso dal precedente e soprattutto efficace per una democrazia che vuole e deve evolvere.
Il forte astensionismo elettorale che negli ultimi anni sta attraversando il paese è frutto di un costante e vecchio scollamento della classe dirigente dalle reali e concrete istanze dei cittadini. Meloni, all’opposizione negli ultimi due governi, è stata brava a raccogliere questo diffuso malcontento canalizzandolo in una proposta politica decisa e volenterosa. Schlein con il suo eloquio argomentativo ed energico ha raccolto il voto dei militanti che prediligono la focalizzazione sugli attuali problemi alla tenuta storica di un flusso di pensiero. Con Stefano Bonaccini prevaleva la salvaguardia di un modello di partito che si faceva carico del passato reinterpretandolo in categorie nuove ed ambiziose.
Con Elly Schlein il Pd, il principale partito del centrosinistra, diventerà probabilmente una formazione politica più fluida e snella, con meno ancoraggi storici, capace di reinventarsi ogni giorno. Sarà una formazione più simile ai partiti d’opinione nord europei ed americani che non alle esperienze storiche dei partiti mediterranei. Al di là del nuovo nome che assumerà, partito del lavoro o qualcosa di simile, saranno poi gli elettori a decidere se offrirà un’alternativa seria e credibile al governo Meloni.
In ogni caso Meloni e Schlein in 154 giorni hanno rivitalizzato il corso magmatico della politica italiana che non mancherà di avere ripercussioni inaspettate anche in parlamento nonostante la cristalizzazione degli eletti per effetto di una legge elettorale che premia soprattutto le manifestazioni di fedeltà.