Ferrara, 5 ottobre 2009 – Per la prima volta le Olimpiadi si terranno nel Sudamerica. Con l’assegnazione al Brasile i giochi olimpici, tradizionalmente sensibili alla politica, atterrano nei Paesi di recente sviluppo economico. Barack Obama e la sua Chicago risultano i primi sconfitti. Il presidente Lula da Silva inneggia al riconosciuto valore del Brasile, come nuova potenza mondiale. Con significati tassi di crescita del pil che perdurano nonostante la crisi internazionale, il Brasile, pur nelle ataviche discriminazioni sociali, marcia spedito verso lo sviluppo economico e un ruolo di player non più soltanto regionale. E’ portabandiera di interessi tipici della cultura sudamericana, assai lontani dalle istanze occidentali. Il Brasile assieme alla Russia, all’India ed alla Cina, i cosiddetti Paesi Bric, rappresentano le Nazioni che nei prossimi anni avranno la responsabilità delle sorti del mondo, cioè del clima, dell’economia, della finanza, della lotta alla povertà, del rispetto della legalità e della lotta al terrorismo internazionale. Gli Usa, con il 50% della spesa mondiale della difesa, rimarranno con un ruolo significativo anche se non più da leader. Irrilevante il ruolo dell’Unione europea, all’interno del quale giocherà l’Italia, alle prese con un Trattato, quello di Lisbona, che tarda ad essere applicato per nazionalismi d’altri tempi e per invidie personali. Inoltre la semplice nomina di un presidente e di un alto rappresentante per la politica estera difficilmente assicurano l’espressione di una univoca e forte politica dell’Europa. La Cina, imprigionata dal vecchio vestito comunista, frenando le spinte autonomistiche assicura una crescente distribuzione del reddito ma in un contesto di limitate libertà personali. L’India, con una spesa militare in crescita a causa dei movimenti indipendentisti e islamici interni, della minaccia pakistana e del futuro confronto geopolitico con la Cina, appare fra le nuove economie quella dotata di un maggiore impianto democratico e dunque la più capace ad esprimere posizioni condivise dall’Occidente. Anche la Russia, seppur gestita con piglio fermo da Mosca per garantirne l’unità territoriale, forte della sua vocazione europeista e non asiatica, fornirà di sicuro il necessario sostegno alle posizioni occidentali. Nei prossimi anni si intensificheranno dunque i legami del mondo occidentale con il blocco russo-indiano al quale l’Occidente fornirà sostegno politico, giuridico-internazionale, economico e militare. Il rischio è che il blocco russo-indiano non alzi troppo la posta soprattutto per risolvere problemi di lotta interna.