Nell’Italia delle mille contese, frutto evidente dell’Italia dei Comuni, anche l’apertura di un supermercato costituisce motivo del contendere. Ad Arzignano, nell’operosa provincia vicentina, negozianti e politici hanno cercato in ogni modo di ostacolare l’apertura di un nuovo punto vendita del gruppo Tosano, l’insegna veronese socia Vègè. Avrebbe portato verso il basso i prezzi di vendita marginalizzando la piccola e frammentata concorrenza dei negozi di vicinato, questa la motivazione dei suoi detrattori.
Ma oggi, a causa dell’emergenza sanitaria, quel nuovo punto vendita non ci sarà. Battaglia vinta dai negozianti, si dirà, piuttosto appare una sconfitta di tutti. Dei lavoratori, dei consumatori, dei fornitori e anche dei piccoli negozianti che proseguiranno a vivacchiare. Il covid ha azzerato posti di lavoro e ucciso molte speranze. L’investimento del gruppo Tosano sarà portato avanti e concluso e quello che aprirà sarà un format caratterizzato soprattutto dalla ristorazione.
Questo non è che un caso di una diffusa rimodulazione dei piani di investimento nel mondo della moderna distribuzione organizzata. Per Tosano, 15 ipermercati molto concentrati nel segmento alimentare e nel Veneto, il calo derivante dalla clientela horeca ha inciso in misura pesante, per altre insegne la compressione degli investimenti pianificati deriva dal calo dei consumi a causa della recessione economica. Per il mondo del retail conviene attende le variabili macroeconomiche autunnali. Tanto più che i dati Istat resi noti qualche giorno fa confermano la stima di un calo a due cifre della ricchezza prodotta, verosimilmente attorno al 13% su base annua.