Roma, 12 marzo 2007 – Ha un fatturato annuo pari a 1,26 miliardi di € e poco meno di 3200 dipententi in totale, però capitalizza sul mercato circa 3,7 miliardi di €. Dalla costituzione della società non ha mai registrato utili, né possiede una infrastruttura di rete propria. Eppure è ambita. Si tratta di Fastweb, la società creata da Silvio Scaglia. Una media società di telecomunicazioni europea, la svizzera Swisscom ha intenzione di lanciare una Opa amichevole sul capitale totale. Scaglia e il ceo della Swisscom hanno già sottoscritto una lettera d’impegno relativo al 18,75% del capitale nelle mani del fondatore. Rimane il 70% di flottante distribuito sul mercato e una piccola quota del 4,8 % in possesso di Unicredito. La società svizzera pagherà 47 € per azioni mentre fino ad ora il mercato le quotave circa 42 €. Ma i risparmiatori ancora speculano al rialzo e nei rumors si parla di quota 50 €. Un affare insomma per tutti, sembrerebbe. Ma per la comunità italiana lo è davvero? Il mercato delle telecomunicazioni già oggi è diviso fra inglesi, cinesi e svedesi. L’unica italiana è, per il momento Telecom, ma anche qui gli spagnoli di Telefonica hanno in mente un piano. Le regole del libero mercato prevedono player senza passaporto ma è indiscutibile l’importanza strategica dell’infrastruttura di rete nella moderna società. La conoscenza di un Paese oramai viaggia più sui cavi che sulla carta.