Già fa discutere il nuovo spot tv da 60 secondi del Consorzio del Parmigiano Reggiano realizzato per informare sulle qualità del prodotto e far conoscere meglio la filiera. Ma ha un grande merito questo spot, quello di segnare un punto di discontinuità con i precedenti. Poche emozioni e molte informazioni. Questo è il motivo per cui alcuni, tra cui Mark Up, la nota testata giornalistica, criticano il nuovo racconto. Eppure, in un contesto di sovraccarico pubblicitario, i telespettatori e gli utenti digital possono essere agganciati solo con spot poco autocelebrativi. Siamo così pronti a cambiare canale o a premere il tasto mute non appena inizia la pausa pubblicitaria che solo una narrazione impostata in maniera diversa sin dalla prima immagine può davvero incuriosirci. E il Consorzio del Parmigiano Reggiano per l’appunto ha preferito sganciare il prodotto dalla solita celebrazione della dop per raccontare alcune fasi della lavorazione con uno stile ironico e scanzonato. Lo fa usando, con mestiere, quattro volti noti e una narrazione molto rapida, particolarmente adatta ad un pubblico giovane. Nell’epoca del brand journalism si usa anche lo spot televisivo per narrare le qualità intrinseche del prodotto bypassando l’esclusiva funzione emozionale che aveva caratterizzato il format pubblicitario nei decenni passati.
pubblicato sul quotidiano online “Affari Italiani”