La rivalità tra Israele e Palestina si estende anche su internet. Da venti giorni era sorta una nuova pagina su Facebook, il social network più affollato in questi ultimi anni, dall’emblematico titolo “Third Palestinian Intifada”. I promotori della singolare pagina propugnavano la “terza intifada palestinese” per il 15 maggio, proprio nell’anniversario della Nakba, cioè di quello che per gli arabi è l’esodo da Israele avvenuto nel 1948. Le numerose proteste, alcune delle quali provenienti giustamente anche per via ufficiale dal governo israeliano, hanno indotto i gestori di Facebook a rimuovere stamani la seguitissima pagina, che nel frattempo aveva ottenuto oltre 300mila adesioni. In queste ultime ore è stata riaperta una nuova pagina dal medesimo titolo che raccoglie decine di consensi all’ora. La foto d’apertura non è mutata, con il minaccioso pugno chiuso immerso nei colori della bandiera palestinese. Sempre su Facebook sono presenti altre pagine simili, per lo più in arabo, aperte per veicolare la “terza intifada” come la chiamano i palestinesi e fra queste la principale è quella dedicata ai “Rassoul Allaah”, ai messaggeri di Allah, che vanta oltre 3 milioni di adesioni. Eppure proprio due anni fa, a maggio del 2009, Papa Benedetto XVI durante il suo pellegrinaggio in Terra Santa invitò tutti al “rispetto e alla stima per i membri di ogni popolo, tribù, lingua e nazioni nel mondo intero.” Ma gli uomini hanno la memoria corta.
(con il contributo di Andrea Maccioni)
pubblicato sul quotidiano online “Affari Italiani”