Parla di “pifferai populisti”, di “canarino nella miniera Ue” e di “Europa a due classi” l’articolo di oggi di Massimo Franco sul Corriere della Sera. Una grande confusione nella lettura della vittoria di Podemos in Spagna. Franco definisce pifferai populisti sia Syriza che Podemos e M5S per la sterilità politica nell’impatto con il governo o con il parlamento nazionali. Il famoso opinionista fermo agli anni Ottanta non considera che probabilmente Tsipras stia adottando un…a precisa strategia anti-troika, che Podemos non ha ancora governato nulla e che il M5S non desidera confondersi con partiti che, vedi De Luca, non sono proprio trasparenti e immacolati. Massimo Franco definendo Tsipras il primo canarino nella miniera Ue teme che l’esplosione di Podemos a livello nazionale porterebbe al collasso anche la Spagna. Dichiara guerra ai populismi senza alcun rispetto del voto di milioni di cittadini europei e senza alcuna attenzione per le gravissime condizioni economiche e sociali di milioni di persone. Per ultimo l’opinionista Massimo Franco parla di una Europa a due classi che procedono in direzioni opposte: da una parte il Nord Europa, fedele al sistema, dall’altro i paesi mediterranei sempre più anti-sistema. Questa lettura così conservatrice, arretrata, tipica degli anni Ottanta del secolo scorso, incapace di scorgere le novità, non fa bene al Corriere della Sera e neppure alla stampa italiana che vede centinaia di lettori svanire ogni anno. Eppure quanti talenti e quante capacità contiene il grande Corriere della Sera. E bene fa Lucio Caracciolo che dal fondo di Repubblica parla di “spiegazioni di comodo” perché se “a questo siamo arrivati significa che qualcosa di fondamentale non funziona nel sistema europeo”. Sono sempre più convinto che la crisi della carta stampata non sia colpa del contenuto tasso di lettura degli italiani ma della incapacità degli editori di offrire prodotti moderni, leggibili, di qualità e ad alto valore aggiunto. Tanto più che proprio ieri Lotti, con delega all’editoria, ha ancora una volta parlato dell’urgenza di una riforma dei contributi al settore lasciando emergere la necessità di un loro ulteriore ridimensionamento.
pubblicato sul quotidiano online “Affari Italiani”