Stupisce la dichiarazione dell’on. Claudio Fava (Sel) che dopo una riunione al Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, di cui è membro si lamenta per la persistenza di Marco Mancini nell’organico dell’Aise, i servizi segreti italiani che si occupano delle minacce che provengono dall’estero.
Mancini, ex numero due del Sismi, appare coinvolto in diverse operazioni, dal sequestro di Abu Omar ai dossier illegali di Telecom e la giustizia, nel primo caso la Corte d’Appello lo ha pure condannato con una sentenza imprigionata in una lotta tra attribuzioni costituzionali, mentre nel secondo caso la Cassazione lo ha in parte prosciolto e in parte ne ha riconosciuto l’impossibilità a procedere per la sussistenza del segreto di Stato. Eppure è ancora dipendente dello Stato.
Fava, dopo aver ascoltato in audizione il capo dell’Aise, il generale di C.A. Adriano Santini, ha lasciato palazzo San Mancuto sfogandosi e nulla di più anche perchè le riunioni sono per legge riservate. Ma visto che nel Copasir, costituito da cinque deputati e cinque senatori, non si parla solo di strategie, di politiche operative e di risorse finanziarie, ma anche di presunte infedeltà sarebbe più utile lavorare all’interno della commissione più che esternare raccogliendo visibilità di stampa. A meno che non gli sia impedita ogni azione per l’indisponibilità al confronto da parte dei vertici dei servizi o del Presidente del Consiglio o di Marco Minniti, sottosegretario con delega ai servizi segreti. In questo caso farebbe bene ad essere chiaro con i cittadini-elettori.
pubblicato sul quotidiano online ”Affari Italiani”