Il Coronavirus irrompe nella vita delle imprese, grandi o piccole che siano, interrompendo processi e percorsi virtuosi in atto da decenni che provocheranno inevitabili ritardi anche alla lotta sul cambiamento climatico. Da qualche giorno Starbucks ha reintrodotto il monouso nei suo punti vendita sospendendo il vantaggio della tazza personale. L’emergenza sanitaria che pian piano attraversa tutto il pianeta ha sconsigliato l’uso della tazza personale ma non l’annesso sconto economico a favore del vituperato monouso. Si torna dunque di gran corsa ai bicchieri e alle tazze di plastica ritenute più igieniche, ma tutto ciò arresta il processo di riduzione dell’impronta ambientale intrapreso dalla multinazionale statunitense.
“La nostra aspirazione è quella di un caffè sostenibile servito in modo sostenibile ” dichiarava il 14 maggio di un anno fa John Kelly, vicepresidente senior per gli affari pubblici globali e l’impatto sociale di Starbucks. Una traiettoria eco-sostenibile intrapresa dal 1985 in cui il gruppo inizia ad offrire uno sconto per la tazza riutilizzabile, una riduzione di prezzo a chi portava la propria tazza in cui essere serviti. Nel 2001 la multinazionale statunitense scrive il suo primo rapporto sulla sostenibilità sociale d’impresa con linee guida etiche sia sull’approvvigionamento del caffè sia su tutti i suoi fornitori. Nel 2006 lancia il suo primo bicchiere di carta per bevande calde realizzato parzialmente con fibre riciclate. Nel 2008 introduce una tazza di plastica in polipropilene che contiene meno materia prima e il cui processo di lavorazione richiede meno gas serra. A giugno del 2018 Starbucks annuncia la completa sostituzione delle cannuccia di plastica dalle sue 28mila caffetterie sparse in numerosi paesi del mondo. Un processo di sostenibilità ambientale che, come si nota, ha richiesto decenni e che prosegue con passi graduali. Ad esempio solo dal primo gennaio di quest’anno la multinazionale ha annunciato per i suoi punti vendita giapponesi l’eliminazione delle cannucce di plastica a favore di quelle di carta provenienti da foreste certificate FSC. Sui coperchi Starbucks negli ultimi due anni sta progettando e sviluppando delle efficaci soluzioni alternative che troveranno applicazione in tutti gli store solo alla fine di quest’anno. Ora la scelta dettata dall’emergenza sanitaria di reintrodurre la plastica interrompe, almeno temporaneamente, il percorso di riduzione dell’impronta ambientale.
pubblicato sul quotidiano online “Affari Italiani”