Sono giornate di piena fibrillazione per il mondo parlamentare. Ieri deputati e senatori si sono animatamente contrapposti sulla nomina da parte del ministro Lorenzo Ornaghi dell’On. Giovanna Melandri a presidente del Maxxi, il museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma. I giornalisti delle agenzie stampa hanno faticato a contenere l’esplosione d’ira che la nomina del dirigente del Pd ha suscitato nei Palazzi. Melandri come altri notabili del Pd, per ragioni statutarie, non può ripresentarsi alle prossime elezioni politiche. Oggi ha avviato l’iter per le sue dimissioni dalla Camera accelerando in tal modo l’insediamento al Museo in programma per martedì prossimo.
Non abbiamo neppure assorbito i contraccolpi delle nuove inchieste giudiziarie che il governo Monti ripropone una italica prassi di vecchia memoria. Un vizio che il suo governo, a dir la verità, non ha mai abbandonato. Il 26 settembre il gruppo Telecom sente l’esigenza di cambiare il responsabile della direzione amministrazione, finanza e controllo e individua nel 44enne Piergiorgio Peluso il profilo idoneo. E’ un incarico delicato che sovrintende all’intera farraginosa macchina del primo gestore telefonico italiano tanto è vero che dipende direttamente dal presidente Franco Bernabè. Peluso è il figlio dell’attuale ministro dell’interno Anna Maria Cancellieri. Nell’ultimo anno Peluso, dopo una seria di crescenti incarichi soprattutto in Unicredit, è stato direttore generale di Fondiaria-Sai recentemente entrata nel perimetro Unipol. Carlo Cimbri, l’amministratore delegato del gruppo bolognese, ha già mappato i nuovi ruoli di responsabilità che entro tre mesi diventeranno operativi e Piergiorgio Peluso si è tirato fuori perchè in attesa di un incarico di maggiore prestigio.